Riflessioni mattutine: Un'ode a Giubiasco
La pioggia cade di nuovo su Giubiasco. O meglio, su tutta Bellinzona. Infatti, in tutto il Ticino. Un freddo acquazzone, diverso dai temporali tropicali dove calore e umidità si intrecciano. Gocce fredde danzano sui tetti, battono sulle finestre e lasciano tracce sulle strade acciottolate.
Mi sveglio, ancora avvolto negli echi di una notte tranquilla in cui il ritmo costante della pioggia suonava come una ninna nanna. Il mio cammino quotidiano verso il Denner, nascosto dietro ad alcuni vicoli tortuosi, mi riempie di una nostalgica malinconia. Le strette strade, la muratura secolare, le maestose montagne delicatamente avvolte da una coperta di nuvole – le parole difficilmente catturano la riverenza che suscitano in me.
Questa passeggiata è più di un semplice rituale. È un viaggio nel tempo. Mi tornano in mente i momenti trascorsi da bambino, guidando verso il Denner con mio nonno. Questi momenti si sono radicati profondamente nel mio cuore, dando al termine 'casa' una particolare risonanza per me. Anche se potrei chiamare casa ovunque, è qui a Bellinzona che mi sento più radicato.
Eppure, ci sono momenti in cui il mio cuore manca un battito, in particolare quando intravedo le moderne costruzioni. Grandi, ingombranti palazzi che si fanno strada in questo storico paesaggio, erodendo un pezzo dell'arte e della cultura che tanto amo.
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